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venerdì 27 gennaio 2012

Coinres le responsabilià: in capo ai Sindaci secondo alcuni dirigenti


Rifiuti, buco da 40 milioni per assunzioni immotivate: scontro tra Coinres e sindaci

La dirigenza del Consorzio che gestisce la raccolta ha inviato un dossier di circa mille pagine in Procura


PALERMO - È scontro tra i vertici amministrativi del Coinres ed i 21 sindaci del territorio nel palermitano gestito dall’Ato Rifiuti. Il direttore tecnico del Consorzio che gestisce la raccolta, Giuseppe Pirrone, ed il direttore amministrativo, Roberto Li Causi, hanno inviato un ricco dossier di circa mille pagine alle Procure di Termini Imerese e Palermo, alla Prefettura e alla Procura regionale della Corte dei Conti, per accertare eventuali responsabilità su un buco da 40 milioni. Un maxi buco, secondo i due dirigenti, frutto di assunzioni non motivate.

Ad innescare la miccia, nei giorni scorsi, è stato il sindaco di Bagheria, Biagio Sciortino, che ha scaricato sui tecnici le cause del buco. Accuse che hanno indotto Pirrone e Li Causi ad inviare ai magistrati il dossier, contenente anche un centinaio di delibere e una relazione di 33 pagine. Secondo i vertici del Consorzio Coinres il deficit «è legato», come si legge nella relazione, «alla politica messa in atto dai sindaci in ordine alle assunzioni di personale». In breve tempo, secondo una ricostruzione dei due dirigenti, si è passati da un organico di 400 persone a quasi 550. La relazione include le delibere in cui i due tecnici schierano formalmente contro le assunzioni «prive di qualsiasi copertura finanziaria. Tanto che lo stesso consiglio di amministrazione deliberò che il Coinres non era in grado di svolgere il servizio di raccolta». Inoltre, secondo Pirrone e Li Causi si sarebbe creato «un caos organizzativo, perché’ volutamente i sindaci non hanno mai approvato i bilanci di previsione e i rendiconto dell’Ato». Il motivo consiste nel fatto che non approvando i bilanci, si sperava nell’aiuto solo del governo della Regione.
Fonte Italpress
15 novembre 2010

Coinres: no alle generalizzazioni


Pubblichiamo volentieri questa nota di precisazione ad un nostro articolo di qualche giorno fa dal titolo:"Coinres: ormai è guerra fratricida", inviataci dai direttori tecnico e amministrativo del Coinres Giuseppe Pirrone e Roberto Li Causi; nota alla quale facciamo seguire una nostra risposta.
Gentile Direttore,
abbiamo letto con molta attenzione ed interesse il commento di Bagherianews titolato "COINRES: ormai è guerra fratricida" con il quale il redattore ha messo in evidenza alcuni passaggi del documento che chi scrive ha provveduto ad inviare nei giorni scorsi oltre che alle Procure di Termini Imerese e Palermo anche alla Procura della Corte dei Conti, alla Prefettura di Palermo, al Presidente della Regione e a vari altri Enti ed Istituzioni regionali.
Abbiamo colto anche il passaggio finale del commento ove si afferma che quanto riportato nella relazione risulterebbe essere "Tutto giusto, tutto vero"; affermazione che consideriamo un po' affrettata perchè presumiamo che il commentatore non abbia letto per intero la relazione e gli allegati in essa richiamati, limitandosi a riprendere alcuni passaggi già riportati da organi di Stampa.
Ci permettiamo di suggerire ai commentatori che eventualmente si succederanno, considerata la gravità degli argomenti trattati nel documento, di acquisirne piena contezza prima di esprimere alcun giudizio.
Non crediamo, infatti, che generiche considerazioni sul COINRES possano consentire di rendere giustizia in primo luogo ai cittadini in ordine alle responsabilità - comprese quelle di chi scrive, ove fossero accertate - del degrado del territorio dei comuni dell'ATO PA4, e in secondo luogo anche ai tanti lavoratori del COINRES per le condizioni di assoluta precarietà in cui sono stati costretti a lavorare .
Probabilmente il commentatore di Bagherianews se avesse letto per intero la relazione e soprattutto gli allegati avrebbe trovato parecchie risposte alle legittime domande poste, comprese quelle ove espressamente si chiede: "Ma solo ora hanno scoperto queste cose? Perché solo ora hanno deciso di scrivere alle procure?" . Infatti parecchie segnalazioni su quanto riportato nel documento sono stati già da qualche anno comunicati agli organi consortili, ai comuni soci e a parecchi Enti ed Organi sovra ordinati.
Per concludere, scusandoci di occupare ancora un po' di spazio, vorremmo sottolineare che non condividiamo il titolo del commento ove si fa cenno a una " guerra fratricida" in atto, che ci sembra rimandi a visioni quasi "Bibliche"; riteniamo infatti, forse per il mestiere che svolgiamo, che le vicende legate al COINRES si prestino piuttosto a una interpretazione più laica che rimanda unicamente al determinarsi di rapporti relativi al ruolo e agli atti posti in essere da ognuno in questa triste storia.
GIUSEPPE  PIRRONE Direttore tecnico   ROBERTO  LI CAUSI Direttore Amministrativo   (il grassetto è della Redazione)
LA  NOSTRA  RISPOSTA
Partiamo dalla fine: i titoli degli articoli di giornale debbono compendiare sia pure in maniera sintetica, e se necessario simbolica o immaginifica, il contenuto dell'articolo, e stimolarne, ove possibile, la lettura.
Non sempre naturalmente si raggiunge l'obiettivo; noi ci proviamo ogni giorno, e talvolta noi stessi non siamo soddisfatti del nostro lavoro.
Nell'articolo in questione però ci è parso adatto ricorrere ad una espressione ( "guerra fratricida") che resoconta in maniera sintetica di come, organi di direzione politica e di direzione amministrativa e gestionale del Coinres, che pure hanno per anni condiviso scelte e decisioni, adesso si siano venuti a trovare su fronti contrapposti, denunciando alle magistrature quelli che considerano illeciti.
Per questo pensavamo, e continuiamo a pensare, che il titolo da noi usato rendesse bene l'idea.
Per quanto riguarda il resto, fermarsi ad alcune nostre affermazioni apodittiche "tutto giusto, tutto vero", che è soltanto artificio retorico lessicale, o considerare le nostre "generiche considerazioni" solo perché non abbiamo letto, (né mai purtroppo potremo farlo), le 1000 pagine, (almeno tante si dice che siano), della relazione e degli allegati inviati dagli scriventi alla Magistratura penale e contabile, ci sembra, questo sì, ingeneroso e forse anche superficiale.
Se un giornalista dovesse scrivere solo su cose e vicende di cui abbia letto tutti gli atti e gli allegati, potrebbe cambiare mestiere.
Crediamo di avere, per notizie acquisite nel tempo in una molteplicità di occasioni ( dibattiti consiliari, documenti e prese di posizione di partiti, indagine conoscitiva del parlamento nazionale, pubbliche inchieste e articoli di giornali, per aver letto sia pure sommariamente corpose relazioni di organi di indagine (GdF), oltre che da informazioni attinte direttamente da tanti dei soggetti protagonisti a vario titolo della vicenda rifiuti, e tra questi sindaci dei comuni consorziati, direttore generale del Coinres, esponenti politici di varia estrazione, assessore regionale ai rifiuti, semplici operatori e dipendenti collaboratori del Coinres), sufficienti elementi di giudizio per potere esprimere una opinione ragionata e non "generiche considerazioni"
E poi riteniamo di avere titolo, anche come semplici cittadini di questa città, che dalle emergenze rifiuti è stata umiliata e offesa, per potere esprimere una opinione.
Ecco, ci sarebbe piaciuto, e ci piacerebbe, che i direttori tecnico e amministrativo del Coinres, sia pure in maniera sintetica e sommaria avessero dato una sia pur parziale risposta nel merito agli interrogativi che abbiamo posto, nell'ottica di dare un contributo alla soluzione di un problema e di una situazione che ha ormai raggiunto livelli non più tollerabili.
ANGELO  GARGANO

4 commenti:

Piove sul bagnato governo ladro ha detto...

Ma come è possibile che si parla di tutta questa merda da così tanto tempo ed ancora sono tutti li a fare avanti e indietro dai bar del paese?

Mafia, assunzioni facili e spese folli il buco nero dei consorzi mangiasoldi

14 novembre 2009 — pagina 17 sezione: CRONACA
PALERMO - Gli operai del Consorzio per la raccolta dei rifiuti che una mattina di maggio, a Misilmeri, raccoglievano nespole invece di immondizia erano mafiosi con la pistola alla cintola. Li uccisero come dei boss. Erano due dei cinquecento dipendenti del Coinres, il consorzio di 22 comuni della provincia di Palermo sull' orlo del fallimento che, dopo avere sperperato per anni anche i soldi che non aveva, adesso non ha più un euro né per pagare i dipendenti né per il conferimento dei rifiuti in discarica. C' è la classica storia di sprechi, clientele e mafia dietro il dissesto finanziario dei consorzi, all' origine della nuova emergenza spazzatura esplosa nei paesi della cintura di Palermo. Situazione che, nel giro di pochi mesi, potrebbe estendersi a buona parte di una Sicilia che ricicla solo il 6% dei rifiuti e manda il resto nelle tredici discariche dell' isola che andrannoa saturazione tra poco più di un anno. Una sigla, Ato, e debiti per oltre un miliardo di euro segnano il fallimento della politica ambientale seguita dalla Regione siciliana negli ultimi sette anni. Dal 2002, da quando l' allora presidente della Regione Salvatore Cuffaro istituì gli "Ambiti territoriali ottimali" per aprire la strada ai privati nella gestione dei rifiuti in Sicilia, il business della "munnizza" si è rivelato un affare d' oro per pochi, un potentissimo strumento elettorale per la politica ma soprattutto un boomerang per i Comuni che hanno visto raddoppiare senza nessun beneficio i costi del servizio di raccolta. Di pari passo, sono cresciute le tonnellate di immondizia per le strade, le migliaia di cassonetti bruciati ogni notte, le manifestazioni di piazza. E anche le inchieste della magistratura. Come quella della Procura di Palermo che, nel 2008, ha acceso i riflettori sulle assunzioni del Coinres, il Consorzio per la gestione dei rifiuti, dell' energia e dei servizi che oggi non riesce più a garantire la raccolta nei paesi assediati dalla spazzatura. Basta guardare i numeri: nel 2004, i dipendenti erano 180, oggi sono 500, 120 dei quali assunti come lavoratori interinali nel 2006 in piena campagna elettorale. E, come ha candidamente ammesso il presidente dell' agenzia Temporary, su pressione di molti uomini politici. I quali, naturalmente, oltre ai "clientes", e ai segnalati dalle famiglie mafiose della zona, hanno provveduto a piazzare amici, familiari e, in qualche caso, anche se stessi. L' ex sindaco di Bolognetta, Riccardo Incagnone, ad esempio è stato assunto e del Coinres è poi diventato direttore. E scorrendo l' elenco dei dipendenti del Consorzio, sono davvero tanti i figli, le mogli, i cugini di consiglieri comunali, sindaci, assessori. Insomma una parentopoli dei rifiuti in piena regola sulla quale i magistrati devono ancora dire l' ultima parola. A giugno scorso, il debito complessivo di quella macchina mangiasoldi che è la raccolta dei rifiuti in Sicilia ammontava già a un miliardo di euro con centinaia di fornitori esterni che bussano alla porta delle Procure di mezza Sicilia e con politici e amministratori che si contendono i gettoni d' oro dei consigli d' amministrazione dei ben 27 Ato siciliani. Dovevano essere solo 9, uno per provincia, ma poi il governo Cuffaro ne istituì più di quanti ne contano insieme Lombardia ed Emilia Romagna. Ogni Ato, naturalmente, ha il suo cda in molti casi composto da ben nove poltrone. Complessivamente, solo per pagare i loro amministratori gli Ato hanno speso circa 12 milioni di euro. Spese altissime per mantenere personale che, spesso, non ha nulla da fare: quasi tutti hanno appaltato all' esterno anche
CONTINUA

Piove sul bagnato governo ladro ha detto...

CONTINUAZIONE ARTICOLO ZINITI
servizi come la gestione contabile e l' organizzazione della sicurezza. Intanto le tasse dei rifiuti aumentano in tutta la Sicilia. Solo che, alla fine, sommersi dalla spazzatura i contribuenti si rifiutano di pagare e i Comuni, con le casse vuote, diventano debitori di se stessi. Ora la macchina mangiasoldi sta per andare in pezzi. - ALESSANDRA ZINITI

Piove sul bagnato governo ladro ha detto...

Ma perchè non si dimetteva e ritornava a fare il capo dell'Ufficio Tecnico del comune di Bolognetta il brillante Dott. Arch. Giuseppe PIRRONE? Sapeva farlo benissimo; certo con tutti i premi non sarebbe mai arrivato al florido stipendio del coinres. Ma in questo comunisti, piddiessisti, diessisti e ora democratici possono da sempre fare scuola. Tutto quello che è tuo è anche mio, tutto quello che è mio è solo mio. Il tuo stipendio è troppo alto, il suo pure, il mio è giusto. Se si fosse dimesso mettendo in difficoltà questo carrozzone clientelare degno della peggiore DC, avrebbe sicuramente fatto un'opera di bene comune degno di medaglia al valore civile. Invece no, ora si piange sul latte versato, ma intanto continua a percepire uno stipendio da parlamentare. Intanto per pararsi il c..o scrive mille pagine inviate alle procura.
Tutti gli stessi questi compagni combattenti.
Daltronde se non sono allineati alla filosofia del CHE GUEVARA del cavallo scalciante e dei debiti (privati) fuori bilancio......
Ma per fargli buttare la spugna cosa si aspetta?
Che arrivi la lenta macchina della giustizia? O che il popolo afflitto dalle tasse, dal caro benzina, si ribelli e li va a seppellirli di spazzatura?

Piove sul bagnato governo ladro ha detto...

www.youtube.com/watch?v=9-2TI4DWC9A
Guardate questo bel video di intervista al CHE GUEVARA da € 8000,00 al mese che ce la canta al suo solito con idiozie sogni e utopie di piani industriali per le bici dei perchè nò nostri pargoletti. Mavvaxxxxxxxx pezzo di.........
www.youtube.com/watch?v=9-2TI4DWC9A

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